Scusi, ma lei è handicappato?

“Ho deciso di metter su un’impresa, si, una cooperativa sociale che affitti handicappati… il vostro problema sono i parcheggi? Venite da noi, vi noleggiamo ad ore un handicappato e così parcheggiate con tutta tranquillità in pieno centro città!”
Senza pietà, c’è andato giù duro, senza risparmiare niente e nessuno, dentro e fuori il mondo dell’handicap. David Anzalone, in arte Zanza, comico disabile, affetto da tetraparesi spastica, si è presentato sabato scorso sul palco del Teatro Civico alla Spezia con il suo spettacolo “Targato H” prodotto da CAPA Produzioni con la regia di Alessandro Castriota. Una scena spoglia, essenziale, con lui al centro a tirare avanti un monologo di oltre un’ora fra aneddoti e battute, che hanno condito il racconto della sua vita vissuta nella società dei pregiudizi e dei luoghi comuni, “Il primo giorno di scuola mi diedero come compagno di banco il termosifone, che a settembre era pure spento…!”.

Nato 32 anni fa, in un paesino dell’entroterra marchigiano, la carta d’identità che gli è stata rilasciata nel 2001 la dice lunga: “professione: handicappato - segni particolari: nessuno”. Con questa “identità” grottesca, Anzalone inizia il suo percorso nel teatro, con arguzia e l’ironia, doti naturali, ma nient’affatto improvvisate o approssimative visti gli anni di studio e gavetta alle spalle dell’attore marchigiano, di cui si stanno accorgendo in molti in ambito sia teatrale che televisivo.

A che punto della vita ti sei accorto che nel tuo futuro c’era una carriera di attore comico?
“Me ne sono accorto appena nato, appena aperti gli occhi, visto che il mio corpicino si agitava senza sosta in tutte le direzioni, ho capito che possedevo poteri paranormali e quindi mi sono detto: posso fare il comico, I can!”

Se ricordo bene nel tuo curriculum c’è anche un’esperienza in politica:
“Ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio… il mio è proprio questo: quello di aver fatto il consigliere comunale per i “verdi”; devo dire un’esperienza molto importante, perché il comico, per capire fino in fondo la follia umana non può non sperimentare la politica: un passaggio storico personale quindi molto importante, ma fortunatamente chiuso”

Ma la gente come lo prende il tuo monologo? Che tipo di reazioni raccogli dopo lo spettacolo?
“A volte mi sembra che il pubblico non aspetti altro: di poter ridere cioè su un tema come quello dell’handicap, che viene sempre considerato tragico, cupo, grigio, così quando viene allo spettacolo sembra che voglia dire: ah! era ora, e si libera con la risata, la risata diviene così lo strumento migliore per smascherare le ipocrisie”

E i giovani?
“Beh, come per tutte le categorie sociali, ci sono giovani intelligenti e giovani meno intelligenti, ma devo dire che con molti di loro riesco a costruire, durante lo spettacolo, un rapporto empatico, capiscono e apprezzano la mia satira e perché no, anche la mia “cattiveria”.

Qual è la tua opinione riguardo il modo in cui nel nostro Paese vengono affrontate le tematiche dell’handicap?
“Francamente non ho mai frequentato in forma sistematica ed assidua il mondo dell’associazionismo dell’handicap, anche se lo ho molto osservato e analizzato: mi pare che l’Italia, rispetto al resto dell’Europa sia piuttosto indietro: ho avuto modo di partecipare a numerosi convegni e mi sono accorto che abbiamo ancora molta strada da fare nel campo dell’emancipazione e del riconoscimento dell’handicappato come un individuo indipendente ed autonomo. Prevale ancora molto l’ottica della tutela e della gestione dell’handicappato piuttosto che fornire strumenti di libertà. Bisogna dire che spesso questa mancata acquisizione di libertà ed autonomia dipende in primo luogo dagli handicappati stessi che preferiscono essere gestiti che gestirsi, perché è più facile e soprattutto deresponsabilizzante: come sempre, tutto deve cominciare da noi”

Quali progetti per il futuro?
“Sto scrivendo delle cose nuove e soprattutto con Alessandro stiamo sperimentando anche nuovi strumenti di comunicazione soprattutto video e pensiamo anche al cinema… ma sai benissimo che bisogna essere scaramantici!”

Le simpatiche avventure di Zanza si possono seguire anche tutti i giovedì alle ore 19,00 su Teleliguriasud nel corso della trasmissione “La settima onda”.
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